
“COLLI DI BERGAMO ...e dintorni...”
CONSORZIO DEL PARCO DEI COLLI DI BERGAMO, VIA VALMARINA, BERGAMO
22 APRILE 2017
Prefazione di Francesca Buonincontri
I “paesaggi dell’anima” – la Presolana imponente, le brume dell’Adda, le fresche alberature delle mura di Bergamo o dell’ospedale di Piario, le familiari balze della val d’Astino, i pascoli estivi delle valli bergamasche – il loro incanto affiora nella pittura di Ezio Goggia, emozionata ed assorta.
Con il paesaggio lombardo egli intesse un colloquio tutto interiore, capace di cogliere, da un riflesso inatteso.
«Ingegnere di professione, artista e pittore per passione» ama definirsi, rivelando la duplice valenza della sua ispirazione, costruttiva e disciplinata e insieme capace di trasfigurazione lirica.
I “paesaggi dell’anima” – la Presolana imponente, le brume dell’Adda, le fresche alberature delle mura di Bergamo o dell’ospedale di Piario, le familiari balze della val d’Astino, i pascoli estivi delle valli bergamasche – il loro incanto affiora nella pittura di Ezio Goggia, emozionata ed assorta.
Il suo mestiere si è formato attraverso una severa ricerca di essenzialità, prima presso lo studio del pittore concittadino Francesco Coter, poi si è nutrito di attente esplorazioni del naturalismo tardo-ottocentesco, da Mosè Bianchi a Carcano, a Gola, e degli sviluppi in ambito bergamasco da Tallone a Brignoli.
Anche i ritratti e le nature morte, specialmente vasi di fiori, si alternano nella sua produzione, ma l’incontro con la natura appare la nota dominante del suo lavoro, perché con essa si cimenta a sperimentare una attraente varietà di effetti: saldezze di volumi plasmati da pennellate costruttive nei prediletti paesaggi montani, evanescenze di luci aurorali che accarezzano i declivi dei colli, nel calmo fluire delle incantevoli visioni dell’Adda.
La ricerca di trascendenza e di bellezza proietta l’impegno di Ezio Goggia verso un orizzonte di spiritualità che promana anche dalle liriche romantiche con cui egli ama commentare la sua attività; è una ricerca che può sollevare lui e se acconsentiamo alla sua pittura anche noi, dalla corrosiva prosaicità del tempo contemporaneo.
Bergamo, 12 novembre 2016
Francesca Buonincontri


“Il piccolo sforzo dei due occhi che copiano l’albero del fico non deve essere confuso col grande sforzo del terzo occhio che scopre i segreti che si nascondono dietro ogni sua foglia”.
Francesco Coter