
L'ARTISTA

Ho frequentato lo studio dell’artista Francesco Coter fin dagli anni della giovinezza, dove ho appreso i principi dell’arte figurativa. Ho conosciuto in quei tempi i pittori bergamaschi Ernesto Quarti Marchiò e Sandro Pinetti, che avevano frequentato i corsi della Accademia Carrara sotto la guida di Ponziano Loverini; ho conosciuto e frequentato vari artisti contemporanei quali Ernesto Coter, Cesare Benaglia, Gianluigi Lizioli e Giuseppe Milesi, stimato professore di figura presso la Accademia di Belle Arti di Bologna; persone tutte appartenenti ad una generazione di artisti quasi completamente scomparsa.
Grazie a loro ho appreso conoscenze specifiche non solo in ambito pittorico ma anche nell’ambito della critica artistica, della poesia, della letteratura e della musica, e da loro mi è giunta la narrazione delle loro ricerche e delle loro faticose sperimentazioni oltre che la eco degli insegnamenti dei loro stimati maestri, da Gontardo Barbieri a Trento Longaretti.
La mia espressione pittorica per decenni si è attuata, oltre che attraverso la figura, essenzialmente con una pittura di paesaggio eseguita dal vero, “en plein air”, con la quale a diretto contatto con il palpitare della Natura ed esternando le mie interpretazioni di paesaggi montani, fluviali o lacustri, ho composto diari intimi fatti di parole non dette e non scritte che rimandano con una sottile vena di malinconia alle idealità perdute della esistenza; malinconia, ha scritto qualcuno, come affannosa ricerca di quel che si ama e si sente di aver perso prima ancora di averlo raggiunto.


La nevicata in Città Alta del 2012
Nel 2012 ho dipinto questo paesaggio invernale appena terminata una intensa nevicata; ricordo che dagli ippocastani cadeva sulla tavolozza la neve accumulata copiosa sui rami, e si mescolava con i colori, con l’olio e la trementina sotto l’azione del pennello con cui cercavo di impastare le tonalità formando una strana mistura, simile a malta da cantiere… a mia completa insaputa sono stato fotografato intento al mio lavoro, l’ho appreso più di dieci anni dopo, quando ho conosciuto il “reo fotografo” raccoglitore di immagini genuine, l’amico Andrea Crupi, che mi ha fornito le sue istantanee di quei momenti, qui riproposte.




J. W. Goethe ebbe a dire: “Non c’è via più sicura per evadere dal mondo che l’arte. Ma non c’è legame più sicuro con il mondo che l’arte”, in altre parole la attività artistica costituisce il modo più semplice, disponibile ed immediato per realizzare in libertà il colloquio tra sé stessi e la propria interiorità, e tra essa e il mondo che ci circonda; Guido Gozzano ebbe a dire: “Ho ritrovato il filo dei miei sogni… e vedo che il paesaggio interiore è l’unica cosa vera nel nostro vivere ingannevole…
